Aggiornamento del 22 agosto
PADRE ENZO NEL RICORDO di Roberto Brumat
Enzo era per me un compagno di scuola (di un'altra classe) che a volte faceva con me la strada dalle magistrali a Ribi (stazione delle corriere di Gorizia). Un ragazzo simpatico e spiritoso, amico del mio amico del cuore e suo compagno di seminario Maurizio Qualizza. Nulla di più. Poi dopo una marea di anni ecco che lo ritrovo rettore del Santo. E, sorpresa nella sorpresa, incredibilmente uguale nel viso e nel sorriso, a quel ragazzo delle passeggiate veloci per raggiungere il pullman. Sono stato a trovarlo due o tre volte, assieme a don Maurizio, e l'ho rivisto molte altre: lui nel suo ruolo importante, io come cronista chiamato a testimoniare di questo o quel restauro in basilica. L'ultimo ricordo è legato a un invito a pranzo nel refettorio con i suoi confratelli: la mia prima volta alla mensa dei frati, con lo stupore per l'inattesa condivisione del loro cibo nella parte inaccessibile del complesso e per i commenti dei religiosi, non troppo dissimili dai miei, davanti alle notizie del telegiornale. Una normalità insomma che non mi aspettavo, lontana dal pregiudizio per il rigore della regola o per il saio. E' così che lo ricordo, con i pensieri espressi in totale libertà anche a chi (per consuetudine professionale) avrebbe potuto magari involontariamente usarli; con la semplice umanità del suo sorriso di ragazzo che aveva fretta di raggiungere casa prendendo la corriera. L'ultima.
RICORDO PER PADRE ENZO di don Maurizio Qualizza
Tristezza, lacrime, emozioni, immagini di un affetto mai visto in questi giorni a Padova, quasi catapultato dalla ferale notizia della morte improvvisa di Padre Enzo Poiana. L’avevo trovato bene e sereno come sempre il venerdì precedente alla Casa San Antonio a mare di Bibione, scherzoso come sempre a tavola per la colazione. Poi l’avevo incrociato proprio davanti a casa sua la mattina dell’Assunta, un saluto fugace dall’automobile, lui doveva celebrare Messa a Corona, sarebbe stata l’ultima! Dicevo all’omelia della Messa di suffragio a Corona che indubbiamente per me parlare, ma anche scrivere queste righe è particolarmente difficile. Eravamo entrati insieme in Seminario 42 anni fa, me lo ricordo bene, ambedue timorosi di bussare a quella porta del Rettore, e Enzo per tranquillizzare la situazione disse:“dut’al plui ni manda a ciasa..”ma poi il rettore ci mise a nostro agio...era don Ennio Tuni…Ogni tanto ricordavamo le cose fatte assieme, se volete anche le corse in bicicletta di prima mattina dal Seminario di via Alviano fino a Mossa per partecipare alle processioni delle Rogazioni…era un modo di sentirci sempre parte della gente…Poi Enzo uscì, lasciò il Seminario, ma io non lo mollai, lo vedo ancora sul trattore nel campo e io lì a dirgli: Enzo no l’è par te, no l’è il to puest, e così quando lavorava a Gorizia, ritornando a Corona e passando per casa mia, si fermava. La svolta gliela diede padre Bommarco che gli riaprì la via degli studi dicendogli: “La diocesi ha un debito con te” e così gli riaprì pure la strada della vocazione. Ma avendo Enzo sperimentato, nel convento di Treviso, la bellezza della comunità, di questa si innamorò aderendo alla vita francescana.
In questi triasti giorni padovani ho avuto modo di parlare con diversi frati che nell’Ordine hanno avuto anche posti di responsabilità, tutti mi hanno detto che ha fatto cose grandi, specie come rettore del Santo. Il perché l’ha sottolineato nell’omelia esequiale il Padre Provinciale fra’ Giovanni Voltan, perché aveva un cuore grande. Ma qualche frate in confidenza mi ha detto: reggere umanamente un così grande peso, girare il mondo, organizzare quello che nessuno prima aveva organizzato per Sant’Antonio, essere onnipresente per 3 mandati è sovraumano, il cuore non regge! Quante volte per l’amicizia che avevamo mi permettevo di dirgli, fermiti, polsa no sta fa cussì…ma pensandoci bene, questo è amare la missione, non essere officiali di una ong, come direbbe Papa Francesco.
Così Padre Enzo, quasi a inclusio, ha celebrato su quell’altare, nella sua Corona, la sua ultima Messa il giorno dell’Assunta, quasi a chiusura della sua “Prima Messa”, e mi è stato detto da chi vi ha partecipato che ha parlato solo del paradiso e del cielo, forse quel cielo nel cuore già lo pregustava, già pregustava la bellezza che l’opera che Dio ha fatto in Maria non poteva concludersi nella terra, ma nel mistero indicibile della sua Assunzione.
Ho sempre ammirato la sua fede, talvolta anche qualche suo confratello così parlando mi diceva “Eh! Il Rettore ha fede!” Mi stupiva sempre perché mi ricordava quella granitica del comune padre, fratello e amico Padre Bommarco.
Ma tra le tante cose viste e sentite in questi giorni tre le serberò nel cuore. La prima letta sul giornale che diceva così: “Enzo era il volto bello della Chiesa, questo volto di Chiesa milioni di pellegrini e personalità, me l’ha confermato affranto, parlando con lui il Sindaco di Padova in Basilica, l’hanno incontrato andando da sant’Antonio, hanno incontrato un vero figlio del Santo, il volto riflesso di Sant’Antonio. E non a caso nell’omelia di saluto il Padre Provinciale si è esposto in un forte parallelismo tra i due. Poi mi risuona ancora dentro il prezioso “passaggio” finale dell’Omelia del Provinciale che diceva così: “Il 15 agosto nella s. Messa al tuo paese, Corona di Mariano del Friuli, hai cantato la bellezza della Pasqua di Maria Ss.ma nella sua Assunzione in cielo in corpo ed anima, hai salutato la mamma, sei tornato dai frati nella Casa "S. Antonio a mare" a Bibione. La divina Provvidenza ha così disposto -con una regia delicata e discreta- di prepararti all'Incontro e di donarti, tutt'insieme, i tuoi amori: la casa e la famiglia ove sei nato, il fonte battesimale ove sei rinato come figlio di Dio, l'altare della prima di tante messe come sacerdote, la sempre invocata B. V. Maria, il tuo S. Antonio, i tuoi frati, i volti di tanti amici.“ E infine la terza, un segno tanto eloquente per me. Mercoledì per tutta la mattinata gli sono stato vicino, era esposto per le 24 ore previste per l’infarto, ancora sulla barella della Croce Rossa nella sala dei Vescovi al Santo. Ad un certo punto, ero da solo, entra un uomo sugli ottant’anni con due bastoni, dai vestiti si capiva che era un povero, faceva fatica, è rimasto tanto tempo seduto, poi si è alzato, gli è andato vicino e gli ha detto: “Enzo grazie per la tua carità!”, lo ha baciato sulla fronte e gli lo ha salutato in friulano con un “mandi” dall’accento padovano; Ecco mi sono detto, non abbiamo perso Enzo rettore, ma Enzo, uomo di carità.
Il tuo amico di sempre, don Maurizio
VENERDI' 19 agosto
Per ricordare padre Enzo, pubblichiamo fra i documenti alcune omelie:
- omelia esequiale pronunciata giovedì 18 agosto da fr. Giovanni Voltan ministro provinciale della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali, a nome dei Frati del Convento del Santo e dell'intera fraternità provinciale;
- omelia di don Maurizio Qualizza, suo fraterno amico, pronunciata venerdì 19 agosto nel corso della S. Messa celebrata nella chiesa dei SS. Maria e Zenone di Corona, la località di Mariano del Friuli (Gorizia), dove padre Enzo era nato.
INFORMAZIONE
Stasera - venerdì 19 agosto - alle ore 20.30 - a Corona - nella Chiesa dei SS. Maria e Zenone verrà celebrata una S. Messa per Padre Enzo.