Ancora una volta il Signore ci dona la gioia di poter celebrare il suo mistero in un nuovo anno liturgico.
Una celebrazione che è decisiva per la comunità cristiana: nella liturgia trova l’annuncio della salvezza, la fonte della grazia, la modalità di ringraziare e lodare Dio, la sorgente del suo essere popolo di Dio articolato in ministeri. Il percorso della liturgia è simile in ogni anno, ma ogni anno noi siamo diversi, come il mondo e la storia sono diversi, e continuamente dobbiamo ritornare alla fonte del mistero che ci salva.
Alcuni elementi oggettivi contribuiscono comunque a dare specificità a ogni anno.
Un primo elemento è dato dal ciclo della Parola di Dio, in particolare di quella domenicale, che si caratterizza per riferirsi a uno dei tre Vangeli sinottici: quest’anno è quello di Luca.
Come felice e in parte voluta coincidenza, la lettera pastorale per il corrente anno pastorale “Chi è il cristiano” - si presenta come una lectio continua del terzo Vangelo. Può essere allora molto opportuno tenere presenti le indicazioni offerte nel paragrafo intitolato “Come leggere il Vangelo di Luca in collegamento con la liturgia domenicale” (pp. 19-20), in particolare dove si suggerisce di collocare la lettura evangelica della liturgia domenica all’interno dell’intero e complessivo itinerario lucano. Ritengo molto utili anche le indicazioni offerte ai Consigli Pastorali parrocchiali con l’invito a “individuare modalità attraverso le quali la lectio personale e comunitaria possa trovare la sua fonte e il suo culmine nella liturgia domenicale”: una preparazione comunitaria dell’omelia, la formulazione della preghiera dei fedeli partendo dal Vangelo, uno spazio per risonanze personali (di lode, di ringraziamento, di domanda, di impegno) ben preparate e sobrie da esprimere a conclusione della pausa di silenzio dopo la comunione, ecc” (p. 21).
A questi suggerimenti mi permetto di aggiungere l’invito a cogliere l’occasione della Lettera pastorale di quest’anno per migliorare nelle nostre comunità l’attenzione alla Parola di Dio proclamata nella liturgia. A titolo esemplificativo cito due possibilità di miglioramento. Anzitutto l’opportunità di verificare la disponibilità di un buon impianto di amplificazione e di curare che l’ambone sia dignitoso, senza l’aggiunta di elementi estranei (fiori, foglietti, cestini delle offerte, ecc.), ben visibile e illuminato. Poi l’attivazione (o la riattivazione) di un gruppo di lettori che si alterni nelle celebrazioni e che sia preparato dal punto di vista della comprensione della Parola da proclamare, della corretta ed efficace dizione, degli atteggiamenti da assumere nel contesto liturgico (colgo l’occasione per ricordare che il ministero anche occasionale del lettore non può essere affidato a bambini o a chi non ha completato l’iniziazione cristiana). Sempre in riferimento alla Lettera pastorale e al percorso pastorale di quest’anno che porrà al centro della nostra attenzione l’iniziazione cristiana, rinnovo il richiamo a ripristinare, ove possibile, i battisteri posti all’inizio dell’edificio sacro e di valorizzarli per il Battesimo (ci si può spostare al battistero per il solo momento centrale del rito) e per la Confermazione (rinnovo delle promesse battesimali al battistero nell’incontro con il vescovo nei giorni precedenti la celebrazione; rinnovo delle stesse durante la celebrazioni spostandosi, se la chiesa lo rende possibile, al battistero con i celebranti e i padrini).