Nel primo pomeriggio di Natale le campane del Duomo e dell’Addolorata hanno suonato a lungo a distesa, quasi ad invocare una tregua da parte del fiume. E l’Isonzo a quanto pare ha ascoltato, dal momento che di lì a poco la situazione ha iniziato a normalizzarsi. Non grida al miracolo, il parroco di Gradisca don Maurizio Qualizza, che d’accordo col sindaco Tommasini ha deciso di azionare le campane e mettere nelle mani dei patroni della città (San Pietro e Paolo, la Vergine Addolorata e Sant’Antonio) una situazione che si stava facendo molto preoccupante. Non grida al miracolo ma è felice che il gesto sia stato di buon auspicio. “E’ stato un segno che molti hanno trovato rassicurante – dice – il vero miracolo l’hanno fatto le decine e decine di volontari da tutta la regione che hanno messo in piedi una macchina di solidarietà commovente ed estremamente efficace. A loro va il ringraziamento della comunità”. Il centro storico di Gradisca, dove sorgono anche le chiese da cui è partita l’invocazione delle campane, viene da un periodo nerissimo. Non era bastata l’ingente nevicata prenatalizia, che ha causato il sollevamento e la rottura dell’asfalto in via Dante Alighieri. La rabbia dell’Isonzo dell’altroieri ha causato i maggiori danni in via Battisti, dove sono stati allagati decine di scantinati e il piano terra di alcuni edifici storici. Per tutta la giornata, mentre i colleghi erano impegnati a mettere in sicurezza gli argini, altri volontari della Protezione Civile e i Vigili del Fuoco hanno provveduto ad aiutare i residenti a svuotare i locali allagati armati di pompa idrovora. Oltre a penetrare dal basso, l’acqua ha allagato la sede stradale sbucando in mattinata dalla calle dei Macellai. Ingenti i danni, così come sono stati notevoli i guai per due negozi della via, una libreria e un laboratorio da calzolaio. Merce e mobilio da buttare, impianto elettrico e attrezzature fuori uso. Anche l’osteria Mulin Vecio, prossima al Salet, ha avuto l’amara sorpresa di vedersi invadere la cantina da un metro e mezzo d’acqua. Solo paura per l’enoteca regionale Serenissima, sfiorata di appena pochi metri tanto che sacchi di sabbia sono stati apposti all’ingresso per precauzione. Nel caso di palazzo dei Provveditori Veneti l’acqua ha colpito..dall’alto, visto che la pioggia battente ha causato numerose infiltrazioni al soffitto.
Luigi Murciano