Venerdì 18 settembre ore 20.30 in Duomo
Via Matris, «Cammino della Madre»: la metafora della vita come cammino vale anche per Maria di Nazaret, anzi a lei si applica in modo éminente. La vita della Vergine fu cammino di madre, di discepola, di donna immersa nel dolore.
Cammino di madre. Perché dopo il fiat, assenso generoso al messaggio di Gabriele, la Vergine, con in grembo il Figlio, si avvia sollecita verso le montagne di Giudea per scambiare con Elisabetta il dono della grazia messianica e prestarle un servizio di amore; perché il Precursore incontri il Salvatore, il Profeta esulti per la venuta del Messia; perché Sulla casa del sacerdote Zaccaria scenda lo Spirito, prima «pentecoste» del Testamento Nuovo (cf. Lc 1, 39-56). Da allora tale sarà la vita di Maria: cammino di Madre che, come il Figlio e al servizio dell’opera del Figlio, passerà facendo del bene (cf. At 10, 38; Gv 2, 1-12).
Cammino di discepola. Perché la Madre, dopo il primo segno della gloria del Figlio, discepola con i discepoli, seguì il Maestro (cf. Gv 2, 11-12); perché la vita della Vergine fu percorso tenace della «via stretta» (Mt 7, 14), assunzione quotidiana del mistero della croce (cf. Lc 9, 23), sequela di Gesù fino al Calvario dove il Figlio-Agnello doveva essere immolato, dove il Figlio-Maestro, mutata in cattedra la croce, doveva impartire, morendo, la lezione ultima del Vangelo della vita.
Cammino di donna addolorata. Tale fu il cammino della Vergine nazaretana, immersa nel mistero del dolore. Per lei il cammino fu ora pellegrinaggio al Tempio per udire dalle labbra di Simeone, un uomo timorato di Dio, parole oscure sul destino del Figlio e sulla propria vita, che sarebbe stata segnata dal mistero della Spada (cf. Lc 2, 34-35); ora fuga nel cuore della notte verso terra straniera, perché sul Bambino grava minaccia di morte (cf. Mt 2, 13); ora ricerca angosciata del Figlio adolescente, rimasto a Gerusalemme, smarrito ai suoi occhi di madre premurosa (cf. Lc 2, 41-49); ora ricerca trépida di lui, ormai rabbi famoso, che le folle attorniano fino quasi a schiacciarlo (cf. Mc 3, 9), che le autorità respingono con insinuazioni calunniose (cf. Mc 3, 22-30); ora salita al monte Calvario, calcando le orme del Figlio, percorso in cui la Via Crucis e la Via Matris coincidono, quasi segno del vincolo di amore e di dolore che congiunge la Madre al Figlio.