enere desta la fede nel Signore, chiedere per questo l’intercessione a Sant’Antonio di Padova, questo il senso dell’offerta dell’olio e dell’accensione della lampada votiva la sera del Transito.
Un segno, un gesto che si lega alla famosa parabola delle vergini sagge e stolte, dell’olio venuto a mancare.
Abbiamo bisogno di tenere accesa la lampada della fede, della speranza, della MISERICORDIA, ma per questo abbiamo bisogno di una riserva d’olio, che da soli non ce la possiamo dare.
Nella prospettiva dell’Anno Santo della Misericordia, quest’anno vogliamo cogliere dal gesto dell’olio a Sant’Antonio un messaggio particolare. L'olio nella Bibbia ha sia il significato di medicazione come di gioia e il rinnovamento. Le due cose sono molto necessarie all’Umanità, alle nostre comunità, specie oggi. Esso ci richiama all’immagine del Buon Samaritano che non pensa “A me che importa?”, si ferma, si china, versa il suo olio e con il suo donarsi diventa anche icona di riconciliazione e pacificazione tra etnie a quel tempo avverse, ma molte sono ancor oggi le ferite aperte e quelle che si aprono tra le molteplici diversità dell’umanità.
E questo essere segno di superamento delle diversità-tensioni e di riconciliazione e di pace.
È la caratteristica che vorremmo sottolineare di più quest’anno, anche perché l’Olio che viene donato proviene dagli uliveti di Castelvecchio, la più grande coltivazione di questo simbolo di pace che si trova su quella terra bagnata cent’anni fa dal sangue di intere generazioni di giovani, il nostro Carso, in quella che Papa Benedetto XV chiamò l’inutile strage.
Preghiamo il nostro protettore Sant’Antonio perché non faccia mai mancare alla nostra comunità quella riserva d’amore capace di rendere più luminosa la nostra e altrui vita, che dia a noi quella luce che simbolicamente arderà accanto alla sua Reliquia, una luce capace di medicare le nostre ferite dell’anima e di aiutarci nel cammino di riconciliazione con Dio e di misericordia fra di noi.