Gradisca d'Isonzo è una città che ha l'ambivalenza di due segni, i muri, anzi le mura, quelle veneziane che la difendevano dalle incursioni nel '400 e i ponti.
Oggi tutti siamo chiamati a convertirci al fatto che servono non muri, ma ponti.
In questo mondo - dove l'indifferenza, "la risposta di Caino: 'A me che importa?' espressa da Papa Francesco a Redipuglia - c'é sempre più bisogno della globalizzazione della solidarietà e della misericordia.
La vigilia di Pentecoste nella nostra diocesi da molto tempo è un giorno per vivere un po’ la comunione che viene dal fatto di vivere tutti nello stesso Spirito ricevuto nel battesimo.
In particolare è stata l’occasione per i giovani da molto tempo, e più recentemente anche per le Aggregazione Laicali, di esprimere la bellezza dell’unità nella diversità.
Quest’anno l’incontro di Pentecoste si svolgerà a Gradisca, chiaramente sabato 23 maggio, vigilia di Pentecoste.
Considerando che ci troviamo a 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale, a 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale e a 25 anni dal crollo del muro di Berlino, seguendo lo spunto proveniente dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, il tema sarà appunto “Servono ponti non muri”.
È lo Spirito che permette di superare le divisioni rappresentate dai muri e di vivere a pieno la comunione rappresentata dai ponti.
PROGRAMMA dell’INCONTRO
L’incontro sarà piuttosto articolato.
Per i giovani il ritrovo sarà alle 17.00 presso la chiesa di S. Valeriano. Ci si dividerà poi in quattro gruppi che si confronteranno con diversi “muri” in diverse zone della cittadina: il muro davanti allo straniero, il muro davanti alla diversità/malattia, il muro davanti alla tecnologia, il muro davanti alla dittatura dell’apparenza.
Alle 19.30 si convergerà al Coassini dove verrà fornito uno spuntino.
Alle 20.30 ci sarà l’inizio del momento di preghiere presieduta dal vescovo: simbolicamente il momento della veglia comincerà sul ponte che collega Gradisca a Sdraussina. Ci si sposterà poi nella chiesa di S. Spirito (Mercaduzzo) dove si concluderà l’ascolto della Parola di Dio e l’invocazione dello Spirito.
Gli adulti delle Aggregazioni Laicali, rispondendo all’invito della Lettera Pastorale, pregheranno per i giovani della diocesi alternandosi dalle 17.30 alle 21.00 nella chiesa di S. Spirito per l'Adorazione Eucaristica, per poi partecipare insieme al momento di preghiera col vescovo.
LA PASSERELLA sull’ISONZO
Il ponte che collega Gradisca a Sdraussina – “ la passerella sull’Isonzo” - fu uno dei primi obiettivi militari dal momento in cui l’Italia - nel maggio del 1915 - decise di entrare nella Grande Guerra.
Puntualmente attorno alla mezzanotte tra il 23 e il 24 maggio fu fatto saltare il primo ponticello, “la passerella”, a Sdraussina, quest’operazione riuscì solo al secondo tentativo.
Dopo che il 152° ebbe raggiunto la riva sinistra del fiume Isonzo fu attuato l’intero programma di esplosioni.
Alle ore 5.30 del mattino del 24 maggio, dopo il passaggio del Battaglione, fu fatto saltare il ponte ferroviario nei pressi di Pieris, alle ore 14.00 venne distrutto anche il vicino viadotto, mentre alla stessa ora veniva distrutto il ponte nei pressi di Gradisca e alle 17.00 il viadotto di Sagrado.
Per potenziare le difese i genieri austroungarici, alle ore 17.15, fecero saltare anche la chiusa del canale De Dottori a Sagrado, subito dopo, alle 19.30, distrussero anche le sponde del canale e le strutture ferroviarie della stazione nei pressi di Redipuglia.
La decisione di combattere una guerra presa nelle Cancellerie europee arriva come un fulmine a ciel sereno in una giornata qualsiasi, gli ufficiali austriaci girano di casa in casa ordinando l’evacuazione immediata.
Fogliano, Polazzo e Redipuglia da quel momento diventano terra di guerra e di nessuno, e per tutte quelle persone che si ammassano sui vagoni ferroviari fermi alla stazione di Sagrado non resta che il ricordo indelebile dei loro paesi, mentre partono verso l’ignoto.
«TUTTO ANDÒ PERDUTO»
Gli eventi del primo conflitto mondiale – così come in tutte le guerre - hanno modificato il futuro di tante persone, di tante famiglie e hanno segnato anche il nostro presente.
Il libro “Tutto andò perduto” – Da Wagna non tutti ritornarono -1914 -1918, pubblicato dal Comune di Fogliano Redipuglia nel 2003 e curato da Egeo Petean, riprende le vicende dell’esodo della Grande Guerra.
Ne riportiamo l’introduzione del libro dell’allora Sindaco di Fogliano:
Colpisce in questo libro la semplicità e l’umiltà del racconto, così come erano semplici e umili gli uomini e le donne di quel tempo, gente comune che nella sofferenza ha trovato la forza di sopravvivere rinchiusa in misere baracche lontane da casa al solo fine di non nuocere alla guerra dell’Impero. A quella guerra e a quell’Impero quelle famiglie avevano affidato i propri figli e i propri mariti e con loro il proprio futuro.
Noi possiamo solo immaginare la paura e la sofferenza delle nostre genti che,distrutte nei beni e negli affetti, hanno provato di fronte ad un evento talmente grande da non riuscirne a comprendere la vastità.
Riportare alla memoria eventi che altrimenti andrebbero perduti, fermarli per sempre per poterli conservare, è un obbligo morale per l’Amministrazione Comunale per non dover dire un giorno, “Tutto andò perduto”.
Questo libro ha il merito di riportare nella terra dalla quale sono partiti, che non hanno più rivisto e che mai potrà riaccoglierli almeno i nomi dei tanti nostri compaesani che sono morti lontani. Solo attraverso questa operazione ridaremo piena dignità e riconoscimento al sacrificio dimenticato di tante persone.
Ringrazio Egeo Petean per la sua opera di ricerca storica, i suoi collaboratori che lo hanno aiutato nella stesura, la Provincia di Gorizia, la Banca di Credito Cooperativo di Turriaco, il Consorzio Culturale Monfalconese di San Canzian d’Isonzo e l’Ufficio Cultura del Comune di Fogliano Redipuglia.
Al lettore l’augurio di trovare in “ Tutto andò perduto” il doveroso insegnamento per capire e guidare i fatti che contraddistinguono il nostro tempo, perché senza “memoria del passato” non può esserci piena consapevolezza del presente e del futuro.
Il Sindaco
Mauro Piani