Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto
Quest’anno, alla luce di alcuni eventi drammatici accaduti sia qui da noi, a Gradisca, sia nel mondo, abbiamo voluto porre l’accento sull’importanza di un atteggiamento aperto nei confronti della vita, per non farci abbattere dalle avversità, ma anzi per cercare risposte di senso di fronte a situazioni di difficile comprensione e accettazione. Noi adulti abbiamo molte responsabilità nei confronti dei nostri figli, ma la più grande è quella di testimoniare con la nostra vita la bellezza di vivere con gioia e con speranza.
Per far questo abbiamo bisogno noi stessi di fermarci un po’, e di ristorarci alla Parola di Vita, perché anche noi siamo spesso in difficoltà, con noi stessi, con gli altri, con il nostro modo di vivere, con il mondo che ci circonda, e non sappiamo darci risposte. Questo piccolo percorso dell’anima, condiviso con i nostri ragazzi, si è articolato in sei tappe; partendo dalla morte di Gesù , abbiamo intrapreso un viaggio interiore alla scoperta della Luce, della Speranza e della Gioia di vivere.
Abbiamo camminato per le strade della nostra città ripercorrendo alcuni momenti significativi come le apparizioni del Risorto alla Maddalena; l’incontro con i due di Emmaus e alla fine siamo stati inviati ad essere testimoni come fu per i discepoli dopo la Pentecoste.
“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto”.
Questa è stata l’immagine con cui abbiamo concluso il nostro percorso. Il Vangelo è infatti pieno di parabole, immagini e spunti che Gesù offre partendo dall’esperienza di ogni giorno. L’immagine del chicco di grano gli serve per trasmetterci un grande insegnamento che getta luce, prima di tutto, sulla sua vicenda personale e poi anche su quella dei suoi discepoli.
Il chicco di grano è, infatti, anzitutto Gesù stesso. Come un chicco di frumento, egli è caduto in terra nella sua passione e morte, è rispuntato e ha portato frutto con la sua risurrezione. Il “molto frutto” che egli ha portato è il dono della vita eterna per tutti noi.
Ma la storia del piccolo chicco di grano aiuta anche, per un altro verso, a capire noi stessi e il senso della nostra esistenza. Anche ciascuno di noi è chiamato ad essere un “chicco di grano”
Sul piano umano e spirituale ciò significa che se l’uomo non passa attraverso la trasformazione che viene dalla fede e dal battesimo, se non accetta la croce, ma rimane attaccato al suo naturale modo di essere e al suo egoismo, tutto finirà con lui, la sua vita va ad esaurimento. Se invece crede e accetta la croce in unione con Cristo, allora gli si apre davanti l’orizzonte dell’eternità.
Apriamo il nostro cuore a questa speranza!
don Giulio