Molto partecipati i due appuntamenti dell'Unità Pastorale il Mercoledì delle Ceneri: al pomeriggio nella Chiesa di San Valeriano e alla sera in Duomo.
Con il sobrio e solenne rito della Ceneri è iniziato così il cammino quaresimale che vedrà la parrocchia “in uscita”, per gli incontri sul Vangelo delle domeniche di Quaresima, in tante famiglie della Comunità.
L’itinerario verso la Pasqua si caratterizzerà così con il desiderio di vivere - guidati dai sacerdoti, diaconi e catechisti - una familiarità con la Parola, tesa a illuminare la concretezza della vita quotidiana e questo nostro tempo difficile.
Sarà pure sottolineato l’appello che questo tempo forte fa alla nostra conversione, al riconoscimento della nostra condizione di peccatori, per aprirsi a una vita nuova, segnata decisamente dall’amore.
La preghiera, il digiuno e l’elemosina, sono gli esercizi spirituali che contrassegnano questo itinerario, e che sono stati sviluppati nelle omelie dei sacerdoti ai due riti liturgici, attingendo al messaggio di Papa Francesco, che era disponibile per coloro che lo desideravano.
OMELIA Mercoledì delle Ceneri
«Ritornate a me!...laceratevi il cuore e non le vesti» dice il Signore, abbiamo sentito queste parole, questo invito, ma direi anche questo grido dalla pagina del profeta Gioele, “Ritornate”, ciò significa che siamo andati via ed è proprio così: abbiamo abbandonato il Signore, e poi quel «Laceratevi il cuore e non le vesti» che sta a dire che è inutile criticare, strapparsi le vesti…bisogna partire da se stessi, convertire il cuore!
Con queste penetranti parole del profeta Gioele, la liturgia ci introduce oggi nella Quaresima, indicando nella conversione del cuore la caratteristica di questo tempo di grazia. San Antonio nei suoi Sermoni scrive: “il tempo della quaresima, è stato istituito dalla Chiesa per espiare i peccati e salvare le anime: in esso è preparata la grazia della contrizione, che ora sta spiritualmente alla porta e bussa; se vorrai aprirle e accoglierla, cenerà con te e tu con lei”
E papa Francesco in una sua omelia diceva che questo “appello profetico costituisce una sfida per tutti noi, nessuno escluso, e ci ricorda che la conversione non si riduce a forme esteriori o a vaghi propositi, ma coinvolge e trasforma l’intera esistenza a partire dal centro della persona, dalla coscienza.” Allora con questa sera siamo invitati ad intraprendere un cammino nel quale, “aprire il cuore”, aprirsi a Dio e ai fratelli è la sfida, ma anche l’occasione preziosa, direi unica per uscire da quelle solitudini profonde che ci intristiscono la vita. Così ci ha detto nel suo Messaggio per questa Quaresima «...vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore...
Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro». (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2015)
La Quaresima ci chiama a “riscuoterci”, a ricordarci il nostro essere creature, amate da dio, privilegiate perché grazie a Lui viviamo in una situazione di pace e benessere nonostante la crisi imperante, la perdita di tanti posti di lavoro, le ingiustizie che vediamo ogni giorno dove nel mondo pochi, ma in verità tanti, si arricchiscono in modo illegale e una moltitudine fa la fame…La Quaresima ci invita ad aprirci agli altri a non dimenticarci del fratello che ci sta accanto…certo è un cammino che comprende come dice Papa Francesco “la croce e la rinuncia” e “il Vangelo di oggi indica gli elementi di questo cammino spirituale: la preghiera, il digiuno e l’elemosina” “Tutti e tre comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l’apparenza; il valore della vita non dipende dall’approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.”
Il primo elemento è la preghiera che non è perdita di tempo, ma quel sintonizzarci con Dio, con il suo pensiero, con il suo cuore per fare scelte giuste, per non perderci nell’attivismo, nel fare, nella logica che il tempo è denaro!
Il secondo elemento è il digiuno. Cosa volete quello del mangiare o non mangiare, non vale più…dobbiamo stare attenti a non praticare un digiuno formale, che ci fa sentire a posto. Il digiuno ha senso se veramente intacca la nostra fame di tante cose… cioè puntare a una vita sobria, una vita che non spreca, adesso con l’ESPO veniamo a sapere ancor di più di quanti sprechi ci sono nel mondo, del problema della fame….il digiuno ci aiuta a vivere una vita che non “scarta”, ci aiuta ad allenare il cuore alla condivisione. Ma stiamo attendi ci dice sempre san Antonio di Padova; “Sono molti coloro che digiunano in questa quaresima, e tuttavia persistono nei loro peccati.” E aggiunge: “Il tuo cielo sia il povero: in lui riponi il tuo tesoro, affinché in lui sia sempre il tuo cuore”
Terzo elemento, l’elemosina: essa indica la gratuità, nella consapevolezza di aver ricevuto tutto da Dio gratuitamente, cioè senza alcun merito. Ma l’elemosina –carità anche nel senso di ricercare per l’altro la giustizia, le vie dei diritti…è questo il compito della Caritas e il compito di ciascuno di noi! A tal proposito ci dice Papa Francesco nel suo Messaggio: “Impara a donare agli altri gratuitamente. Oggi spesso la gratuità non fa parte della vita quotidiana, dove tutto si vende e si compra. Tutto è calcolo e misura. L’elemosina ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio benessere.”
«Ritornate a me con tutto il cuore» ci ha detto il profeta, (Gl 2,12). “Perché dobbiamo ritornare a Dio? Perché qualcosa non va bene in noi, non va bene nella società, nella Chiesa e abbiamo bisogno di cambiare, di dare una svolta. E questo si chiama avere bisogno di convertirci!” Questo mondo che non va bene lo vediamo facilmente fuori di noi, ad esempio le guerre, le uccisioni, le ingiustizie, ma tutto parte da dentro di noi e da lì dobbiamo partire! Tutto parte ha detto Papa Francesco da questa globalizzazione dell’indifferenza, pesanti le sue parole a Redipuglia “A me che importa del mio fratello? A me che importa?”, «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9).
“Dio invece non è indifferente al mondo -dice nel suo messaggio per questa Quaresima il Papa- ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri e di Dio…e il nostro cuore cade nell’indifferenza…”
Allora oggi quel “convertiti e credi al Vangelo” che ascolteremo tra poco nell’atto di essere segnati con la cenere, da una parte possa volere dire per noi in questo tempo di Quaresima ciò che abbiamo finora detto, dall’altra di dare spazio nelle nostre giornate alla Parola di Dio, alla preghiera,… significata stasera dalla consegna ai cresimandi del libro della Sacra Bibbia!
Chiediamo al Signore che ci dia una mano affinché questo tempo prezioso che ci prepara alla Pasqua non passi invano, buona Quaresima a tutti! Amen
MERCOLEDI' 18 febbraio 2015
ore 15.30 S. Messa e imposizione delle ceneri a San Valeriano
ore 19.00 S. Messa e imposizione delle ceneri in Duomo con consegna della Bibbia ai cresimandi
Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2015
Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare.