Sarà nuovamente esposta accanto all'altare, in occasione della festa della Lingua di Sant' Antonio, domenica 15 febbraio, la Croce di Lampedusa, realizzata dall'artigiano artista Francesco Tuccio di Lampedusa, con i legni dei barconi con cui i migranti raggiungevano la nostra Italia dalle coste africane. Il motivo, la nuova ecatombe nel Mediterraneo, oltre 330 vittime della ultima immane tragedia.
Numeri drammatici che rimandano alla strage del 3 ottobre 2013, quando le vittime del naufragio a mezzo miglio da Lampedusa furono 366. Ma il triste fatto rimanda anche al lontano 1221 quando Sant' Antonio e un suo compagno su di una nave sulla quale si era imbarcato in Marocco, sbattuta per giorni da una furiosa tempesta, naufragò sulle coste della Sicilia, anticipando in qualche modo queste rotte della speranza e della morte che sconvolgono il nostro tempo presente.
A Sant' Antonio verrà affidata la preghiera per i tanti morti, per i sopravvissuti, per tutti coloro che anche a rischio della propria vita vanno in soccorso di quei fratelli lontani.
Don Mimmo Zambito, parroco di Lampedusa, sentito dal parroco don Maurizio in questi giorni per un segno di solidarietà con il tanto dolore della sua comunità, nuovamente travolta dall'ecatombe di naufraghi, ha ringraziato per il pensiero che unisce due antipodi dell’Italia, due comunità da tempo vicine.
Il rivivere lo sconforto provato poco più di un anno fa e che mobilitò anche Papa Francesco, è davvero difficile, ormai mancano le parole per esprimere il dramma e i sentimenti di pietà.