"Se il Signore non costruisce la sua casa, invano vi faticano i costruttori"
GIORNATA DELLA MEMORIA martedì 27 gennaio:
ore 10.00 - Cerimonia al Cimitero ebraico di Via dei Campi
ore 10.30 - Inaugurazione nell'atrio di Palazzo Torriani della Mostra sul dramma della "Shoah"
ore 11.00 - Cerimonia di premiazione in Sala Bergamas
Ma anche un ricordo che si fa preghiera: tra le tante testimonianze abbiamo una Santa Edith Stein, la filosofa di origine ebrea, appassionata ricercatrice della verità, che ha attraversato la storia drammatica dell’Europa totalitaria tra le due guerre mondiali, vivendo in prima persona la persecuzione nazista, pur essendosi convertita al Cristianesimo e consacrata suora carmelitana.
Oppure San Massimiliano Kolbe, che se non è il primo è senz’altro fra i primi ad essere stato beatificato e poi canonizzato fra le vittime dei campi di concentramento tedeschi.
Il papa Giovanni Paolo II ha detto di lui, che con il suo martirio egli ha riportato “la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’uomo”.
“So bene che il primo servizio che posso rendere alla Chiesa e all’umanità è proprio quello della preghiera, perché pregando pongo nelle mani del Signore con fiducia il ministero che Lui stesso mi ha affidato, insieme alle sorti dell’intera comunità ecclesiale e civile. Chi prega non perde mai la speranza, anche quando venisse a trovarsi in situazioni difficili e persino umanamente disperate. Questo ci insegna la Sacra Scrittura e questo testimonia la storia della Chiesa.
Quanti esempi, in effetti, potremmo recare di situazioni in cui è stata proprio la preghiera a sostenere il cammino dei santi e del popolo cristiano!
Edith Stein in religione Suor Teresa Benedetta della Croce e padre Massimiliano Maria Kolbe hanno concluso entrambi con il martirio la loro vicenda terrena nel lager di Auschwitz.
Apparentemente le loro esistenze potrebbero essere ritenute una sconfitta, ma proprio nel loro martirio risplende il fulgore dell’Amore che vince le tenebre dell’egoismo e dell’odio. (Benedetto XVI)
A san Massimiliano Kolbe vengono attribuite le seguenti parole che egli avrebbe pronunciato nel pieno furore della persecuzione nazista: “L’odio non è una forza creativa: lo è solo l’amore”. E dell’amore fu eroica prova la generosa offerta che egli fece di sé in cambio di un suo compagno di prigionia, offerta culminata nella morte nel bunker della fame, il 14 agosto del 1941.
Edith Stein, il 6 agosto dell’anno successivo, a tre giorni dalla sua drammatica fine, avvicinando alcune consorelle del monastero di Echt, in Olanda, ebbe a dire loro: “Sono pronta a tutto. Gesù è anche qui in mezzo a noi. Finora ho potuto pregare benissimo e ho detto con tutto il cuore: “Ave, Crux, spes unica”. Testimoni che riuscirono a fuggire dall’orribile massacro raccontarono che Teresa Benedetta della Croce, mentre vestita dell’abito carmelitano avanzava cosciente verso la morte, si distingueva per il suo comportamento pieno di pace e per il suo atteggiamento sereno e per il comportamento calmo e attento alle necessità di tutti. La preghiera fu il segreto di questa Santa compatrona d’Europa, che “anche dopo essere approdata alla verità nella pace della vita contemplativa, dovette vivere fino in fondo il mistero della Croce” (Lettera Apostolica Spes aedificandi,: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX, 2, 1999 pag.511).
“Ave Maria!”: fu l’ultima invocazione sulle labbra di san Massimiliano Maria Kolbe mentre porgeva il braccio a colui che lo uccideva con un’iniezione di acido fenico.
È commovente costatare come il ricorso umile e fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e di serenità.
Rinnoviamo il nostro affidamento a Colei che dal Cielo veglia con amore materno su di noi in ogni momento.
Questo in effetti noi diciamo nella familiare preghiera dell’Ave Maria, chiedendoLe di pregare per noi “adesso e nell’ora della nostra morte”.