Stanotte dicevo ai bambini del catechismo in Duomo che ci trovavamo ad un’ora insolita… e che a differenza della bellezza della chiesa ricca di argenti, splendente di fiori e tovaglie ricamate, una semplice culla di paglia aspettava il Festeggiato…Gesù!
E dicevo, è Gesù che viene nella povertà, nell’umiltà, nel silenzio, eppure solo lui può prendere quel posto, solo lui può rendere preziosa e bella quella paglia, solo Lui può riempire di dolcezza, di pace il nostro cuore…e far essere una Chiesa di pietre, una Chiesa viva, con il suo corpo lì adagiato a Betlemme, la città del pane…
E poi tutto questo correre, questo stress natalizio per mille pensieri, per mille regali… e al festeggiato neppure la possibilità di amarci accogliendo il suo perdono nel Sacramento della confessione! Ditemi se non è vero…
Eppure a Natale tutti sono toccati da qualcosa, tutti cercano di essere più buoni almeno con i propositi…perché?
Perché è inedito, è unico il fatto che un dio, anzi l’Unico Dio duemila anni fa in un villaggio sperduto, quasi sconosciuto ai più, sia nato bambino, venuto ad abitare in mezzo a noi. E questo pone una domanda seria, ma chi siamo noi se nell’immensità dello spazio e degli universi…Dio pensa a noi! Siamo preziosi, siamo importanti ai suoi occhi, abbiamo un compito da realizzare che non durerà i pochi anni che saremo sulla terra, ma per sempre per l’eternità perché, ci dice l’apostolo Paolo, la nostra vera casa, la nostra patria è nei cieli…
Un dio pensa a noi, ci ama, ci ha chiamati alla vita e noi non lo conosciamo. Potremmo dire che non lo conosciamo più, tanti genitori non vogliono farlo conoscere ai loro figli, (non so se avete letto i giornali locali oggi, ma l’arcivescovo Carlo ha detto chiaramente che a Gorizia - ma credo valga anche per noi - ormai 3 bambini su dieci non vengono battezzati, un terzo! e Papa Francesco poco tempo fa ha detto:
Trasmettete la fede ai vostri bambini perché è la più grande eredità che lascerete loro, che altra lascerete? Un mondo senza lavoro, un futuro incerto, una società sempre più violenta, un’umanità che pensa sempre di più a se stessa perché al posto di Dio ha messo il suo “IO”?
Questo Natale forse ci trova più poveri di denaro, di possibilità, ma purtroppo più ricchi di noi stessi…eppure il Figlio di Dio si è fatto povero per arricchire chi crede in Lui (2 Corinzi 8,9); il Logos, la Parola di Dio, pur essendo «Dio presso Dio» (Giovanni 1,1ss) si è fatto uomo, per riportare gli uomini a Dio mediante la sua opera di redenzione. Gesù Cristo potrebbe essere nato in Betlemme mille volte, ma se non lo si fa nascere nel proprio cuore, l'uomo rimane perduto dinanzi a Dio.
Oggi ci auguriamo Buon Natale, ma scriveva Madre Teresa di Calcutta in una sua poesia:
E’ Natale solo…
… ogni volta che sorridi a un fratello e
gli tendi la mano.
… ogni volta che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
… ogni volta che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
… ogni volta che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
E San Giovanni Paolo II le faceva quasi eco con queste parole…
Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli, misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri creati dalla miseria
dall’indifferenza, dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei tu, Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi, liberandoci dal peccato.
Sei tu il vero e unico Salvatore,
Dio della pace, dono di pace
per l’intera umanità, vieni a vivere
nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen