Nella sua lettera pastorale “Una chiesa che ascolta e che accoglie” l’Arcivescovo sottolinea tra glia altri temi, il valore e l’impegno che tutti dobbiamo mettere riguardo al sacramento del Battesimo.
E ricorda al n. 38 “L’insegnamento dell’apostolo Paolo, nella lettera ai Romani e in altri testi, ci ricorda diversi elementi legati al Battesimo che meritano di essere approfonditi nella coscienza di ciascuno e nelle nostre comunità. Già la lettera pastorale dello scorso anno, Chi è la Chiesa, aveva sottolineato l’assoluta importanza del Battesimo per la comunità cristiana, partendo dall’esperienza presente negli Atti degli Apostoli. Possiamo ora fare qualche piccolo passo concreto nella giusta direzione? Ne indico alcuni, che durante l’anno si potrà avere modo di approfondire. In ogni caso, anche nel cammino pastorale di quest’anno ciò che è essenziale è impegnarci con generosità e intelligenza, ma senza preoccuparci di avere subito risultati concreti e soprattutto restando docili all’azione dello Spirito Santo. “Alcuni passi da compiere sono a livello di convinzione. Un primo passo consiste nel dare priorità al Battesimo nel proprio sentire e agire di comunità (ma anche di parroco, di prete, di diacono, di religiosa, di catechista, di fedele, di genitore, ecc.). Se c’è una cosa che una comunità cristiana deve fare è dare attuazione al comando del Risorto: andate, fate discepoli, battezzate («Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» : Mt 28,19-20). Tutto il resto è secondario.
Per il Battesimo occorrerebbe investire almeno le stesse energie (in termini di tempo, persone, risorse) che nelle nostre comunità si impegnano per le strutture, gli incontri, le feste, le attività catechetiche, caritative, culturali, sportive e ricreative. Non è vero che non c’è tempo o che non ci sono persone disponibili: occorre essere convinti della priorità e, con pazienza e generosità, tempo, persone e risorse si trovano. (n.39) La celebrazione del Battesimo non deve essere privata, ma deve avvenire di norma durante la Messa domenicale, scegliendo le domeniche più adatte (in particolare quelle del tempo pasquale). L’anticipo dei riti preparatori e una saggia e dignitosa sobrietà renderà la celebrazione una vera festa della comunità cui possono partecipare tutti e non solo i parenti e gli amici dei genitori del battezzando. Sempre a proposito della celebrazione, è fondamentale utilizzare il battistero (e ripristinarlo dove possibile), evitando soluzioni provvisorie e spesso poco decorose. Il battistero, come ci insegna anche la nostra stessa tradizione (testimoniata in molte nostre chiese), è un elemento essenziale per una chiesa parrocchiale e va valorizzato anche al di fuori della celebrazione del Battesimo (n.46) Solo la lettura di questi passaggi lancia indubbiamente una sfida e aprirebbe un percorso pastorale di anni.
Di fatto in comunità da tanti anni cerchiamo di seguire queste indicazioni, di avere questo stile e attenzione, con domenica scorsa dopo oltre vent’anni è stato ripristinato in Duomo il battesimo presso l’antico battistero. Vivendo tutto il resto della liturgia davanti l’assemblea, il solo gesto battesimale, l’unzione crismale e la consegna della veste bianca, di per sé può essere seguita anche solo dall’ascolto anche se la visione non è permessa a tutta l’assemblea.