OTTAVARIO DI PREPARAZIONE: IL PROGRAMMA
Verrà presentato il “Necrologium Sacerdotum”
La comunità di Gradisca si preparerà alla festa dell’Addolorata con un ricco programma di appuntamenti che si svolgeranno tutti nel Duomo dei Santi Pietro e Paolo.
L’ottavario di preghiera inizierà venerdì 12 settembre e proseguirà ogni sera alle ore 17.45 con la Coroncina all’Addolorata e il canto dello Stabat Mater; a seguire la celebrazione della Santa Messa.
Martedì 16 settembre alle ore 15.00 Santo Rosario e alle 15.30 Santa Messa dell’Ammalato con l’Unzione degli Infermi. Sempre martedì 16 settembre alle ore 20.45 in Duomo si terrà la presentazione del volume “Necrologium Sacerdotum Archidioecesis Goritiensis” compilato ed ampliato da don Michele Tomasin, parroco di Mariano e decano di Gradisca-Cormons, per conto della Congregazione dell’Addolorata di Gradisca. Il libro, che presenta una biografia di tutti i presbiteri defunti dal 1900 al 2013, è dedicato “ai sacerdoti diocesani e religiosi che hanno speso la loro vita nella preghiera, nello studio, nell’apostolato e nella carità per amore di Cristo, della Chiesa e delle anime tutte, lungo le contrade della nostra arcidiocesi”. A presentare l’opera, che sarà disponibile in numerose copie, sarà il professor Ivan Portelli.
Venerdì 19 settembre alle ore 20.45 si terrà un concerto spirituale mariano con la gradita presenza del coro “Vincenzo Ruffo - Città di Cervignano”.
Sabato 20 settembre, dalle ore 15.00 alle 18.45 vi sarà la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Alle 18.00 gli scampanotadôrs di Gradisca faranno risuonare le campane dell’Addolorata con il concerto della vigilia, che si terrà proprio sul campanile del santuario. A seguire, alle ore 19.00, la Santa Messa prefestiva per tutti gli associati alla Confraternita gradiscana dell’Addolorata.
Domenica 21 settembre, Festa dell’Addolorata, le Sante Messe verranno celebrate alle ore 8.30, 9.30, 11.15 e 19.00 Nelle altre chiese di Gradisca le Sante Messe saranno sospese e celebrate con gli stessi orari in Duomo. Alle ore 16.30 il canto del Vespero, seguito alle ore 17.00 dalla Santa Messa Solenne presieduta da monsignor Paolo Brida, parroco e Vicario Foraneo di Rivignano (Ud). La celebrazione sarà sostenuta dai Sacri Cantores Theresiani che canteranno la “Missa Te Deum Laudamus” di don Lorenzo Perosi e lo “Stabat Mater” di Luigi Bottazzo, eseguito per la prima volta a Gradisca nel 1923.
Al termine si terrà la Processione con l’effigie della Vergine Addolorata per le vie Battisti, Dante, Piazza, Ciotti e rientro in chiesa con l’accompagnamento della Filarmonica “Vittorio Candotti” di Pieris. La celebrazione si concluderà con l’atto di affidamento della comunità cittadina a Maria.
RITORNA LA PROCESSIONE DELL’ADDOLORATA
Riscoperta la storia dell’antico trono della Vergine
Gradisca è pronta per festeggiare la solennità dell’Addolorata, forse la più sentita e partecipata, che culminerà con la tradizionale processione che si snoderà per il 270° anno consecutivo (dal 1744) per le vie del centro storico della città. L’appuntamento è per la terza domenica del mese, quest’anno domenica 21 settembre.
Le origini di una devozione
L’origine della devozione alla Madonna Addolorata è molto antica e si può ben pensare che non sia di molto successiva a quel 6 agosto 1505, quando Girolamo de Franceschi, suffraganeo del patriarca di Aquileia consacrava la chiesa dedicandola al Ss.mo Salvatore. Il tempio, eretto su indicazione del Doge Giovanni Mocenigo, sarebbe dovuto servire per i bisogni spirituali della nascente cittadella gradiscana.
Poco o nulla è dato sapere sulle origini della statua della Madonna Addolorata. Le uniche informazioni si possono trarre da un opuscolo intitolato “Alcuni cenni intorno alla Chiesa de’ PP. Serviti di Gradisca ed al culto della B.V. dei dolori”, edito nel 1850, nel quale si narra quella che già allora era una storia dal sapore antico. “Una pia tradizione racconta, che le acque dell’Isonzo trasportassero la statua di legno, rappresentante la B.V. dei dolori presso le mura della città, e precisamente dietro la Chiesa dei PP. Serviti, di dove venne levata dalle acque ed onorevolmente trasportata e posta sull’altare de’ Santi Marco, Giorgio e Martino, che in seguito alla Vergine benedetta fu dedicato. Di qui ebbe i suoi inizii quella devozione di cui sopra si fece parola, devozione che crebbe mirabilmente, quando, istituita l’Arciconfraternita dedicata a questa Beata Vergine, Papa Clemente VII, con Breve 21 aprile 1603, concedeva speciali privilegi ed indulgenze”.
Quasi cinquecento anni di preghiere davanti a quell’Immagine di Maria Addolorata con una devozione che crebbe a tal punto da convincere la Deputazione gradiscana a proclamarla, nel 1744, Patrona e Protettrice della città. Da quel fausto avvenimento si stabilì di istituire una processione da farsi con regolarità la Domenica di Passione; questa consuetudine venne mantenuta per parecchi decenni, mentre dal 1850 - a ricordo della riapertura della chiesa dopo la devastazione napoleonica - si passò alla terza domenica di settembre, come tutt’ora è tradizione.
Il trono
Se molto scarse sono le notizie sull’antichissima statua dell’Addolorata, è stato possibile reperire delle informazioni riguardo il bellissimo trono ottocentesco della Madonna, commissionato da don Pietro Serravalle che fu Amministratore della chiesa decanale dei Santi Pietro e Paolo in Gradisca per circa due anni, dal 1854 al 1856, tra don Giuseppe Vogrig (parroco dal 1830 al 1854) e don Andrea Mrak (parroco dal 1854 al 1861). É stato ritrovato recentemente il contratto tra gli artigiani e l’amministrazione della chiesa, che di seguito si riporta:
“Gradisca li 3. Decembre 1855 Fra l’Amministrazione qui sottoscritta della Chiesa della B.V. Addolorata di questa città, unita a varj cittadini, e i Sigg.ri Luigi Pascottini, indoratore, e Pietro Juri, scultore, della città di Udine fu conchiuso quest’oggi il seguente contratto pel lavoro di una sedia processionale dorata in legno secondo il disegno scelto di comune accordo con 4 angeli portanti gli stemmi della passione, ad uso della Chiesa medesima.
1. I suddetti Signori Luigi Pascottini e Pietro Juri si assumono d’intagliare, indorare a bollo, con quattro angeli a color di carne ed accessori dorati, ed un gruppo di nuvole argentate una sedia secondo l’unito disegno da portarsi nelle processioni con la statua della B.V. Addolorata. La sedia sarà dorata dentro e fuori dall’alto al basso, e gli angioletti porteranno alcuni stemmi della passione. Il lavoro sarà eseguito col legno stagionato, e finamente eseguito con le bruniture, ed ombreggiature ricercate.
2. Gli artisti si assumono di dar compito il lavoro per il tempo della Pentecoste dell’anno p.v. 1856 e lo garantiscono da fenditure, o crepature pel corso di anni uno e sei mesi dall’epoca della consegna a tutte loro spese.
3. All’epoca della consegna verrà collaudato il lavoro dall’Amministrazione medesima della Chiesa, che sceglierà all’uopo le persone che crederà opportune in questa città.
4. L’Amministrazione di questa Chiesa si assume di pagare alle mani dei medesimi artisti fiorini 420 in valuta fina secondo il corso del Regno Lombardo Veneto, ovvero l’equivalente in valuta di Vienna coll’agio corrente. Tale somma sarà versata in modo che gli artisti abbiano una rata di fiorini centocinquanta alloraquando sarà terminato il lavoro d’intaglio e prima che venga indorato: un’altra rata simile di fiorini centocinquanta al momento della consegna della sedia: il rimanente entro un anno computabile da quest’ultima epoca, vale a dire dal momento della consegna.
5. Gli artisti si assumono di portare in questa chiesa a tutte loro spese il lavoro compito nell’epoca sopra determinata e in vista delle facilitazioni loro accordate si assumono di aggiustare e colorire al naturale la statua della V.Addolorata senza pretendere per questo lavoro alcun altro compenso.
Letto, ed inteso, fu sottoscritto il presente contratto che ha forza d’obbligo per ambe le parti da questo giorno medesimo tre dicembre 1855.
P. Pietro Serravalle Amministratore parrocchiale, Antonio Masini Cameraro, Angelo Drea Cittadino
Pietro Juri scultore in legno, Luigi Pascottini indoratore”.
Il 20 febbraio 1856 il trono era già giunto a Gradisca ed interamente pagato, come una nota di spesa ci informa: “Pregiatissima Amministrazione della Veneranda Chiesa della B.V. Addolorata di Gradisca. Dichiariamo con la presente noi sottoscritti d’essere stati in questo giorno totalmente soddisfatti e pagati per la sedia della B. Vergine in maniera tale di non avere più veruna pretesa in tale oggetto. In fede Gradisca li 20 Febbr. 1856 Pietro Juri intagliatore Luigi Pascottini indoratore”
Devono essere stati veramente abili questi artigiani pensando che sono quasi 160 anni da quando il trono è stato realizzato, ed è ancora in discreto stato di conservazione.
La biblioteca dei Padri Serviti
Sembrava scomparsa ogni traccia dell’antica biblioteca dei Padri Serviti, ed è notizia di pochi giorni il ritrovamento, nell’ambito del corposo riordino del patrimonio storico-archivistico della parrocchia decanale gradiscana, di alcuni tomi settecenteschi che portano in seconda pagina la scritta “Conventus S. Salvatoris Gradisca”.
Si sapeva che la grande biblioteca dei Padri Serviti era finita all’asta nel 1810, come tutti i beni del Convento, quando Napoleone impose la sua chiusura, spogliando anche la chiesa di tutti i suoi averi. Alcuni anni fa era stato ritrovato l’antico altare della B.V. del Rosario, opera di Francesco Zuliani, e la pala raffigurante i Serviti presso la chiesa parrocchiale di Porpetto (Ud). Nella chiesa parrocchiale di Turriaco, invece, era finita una tela del pittore tedesco (di Ulm) Melchior Stölzl, del 1611, raffigurante la Presentazione di Maria Bambina al Tempio.
Il ritrovamento di questi tomi, finiti chissà per quale motivo nella biblioteca della vicina parrocchiale, non può che accrescere l’interesse storico nei confronti della presenza dei Padri Serviti a Gradisca, durata quasi quattro secoli, dai primi Serviti giunti da Venezia nel 1481 ai Serviti della Provincia Tirolese dal 1769 al 1810; presenze delle quali molto è ancora da scoprire e da scrivere.
Piccoli scorci su una devozione che continua nel fluire delle generazioni: tante preghiere davanti a quell’effigie della Madonna Addolorata, che tante lacrime ha ricevuto e cercato di asciugare anche recentemente nella comunità gradiscana che la onora da quasi cinquecento anni come celeste protettrice. Le parole di Ettore Patuna ci preparano a vivere con fede la festa dell’Addolorata, sperando un giorno di poter rientrare nuovamente nel suo santuario.
“Gli ultimi raggi di sole, nell’estate che muore, ricavano bagliori d’oro dalle volute del bel trono, che appena uscito con maestà dalla chiesa, si ferma fuor della porta, perché la protettrice, dopo un anno, torni a girare lo sguardo materno sulle sue case, sulla sua città, sul suo popolo. Suonano a distesa le campane, squillano le trombe ed incomincia il canto lento, suggestivo, commovente”.
Andrea Nicolausig