Una serata bella e significativa ha fatto da cornice alla ormai tradizionale via crucis delle famiglie, oltre agli adulti, ha dato la sua adesione anche un gruppo di ragazzi della confermazione del secondo anno. Profonde le riflessioni realizzate nei giorni precedenti dalle famiglie, bellissimi i segni posti a commento delle cinque stazioni, curatissima la "regia luminosa" fatta di lumini e candele che hanno segnato il percorso. Quest'anno é stato scelto un tragitto di strade che ospitano non poche famiglie che stanno vivendo diverse forme di sofferenza, che hanno incrociato nella loro vita una vera e propria via crucis.
La speranza é che anche questo piccolo segno possa accendere una luce interiore, come dice Papa Francesco - e non solo ai giovani - possa far sì che non ci si lasci "rubare la speranza".
La comunità cristiana prima di tutti gli altri é chiamata ad essere, ha ricordato don Giulio nella riflessione finale davanti la cappella del Borgo di Santa Maria Maddalena, quel lumicino, quella luce che offre agli altri una presenza, una indicazione, una sicurezza, una testimonianza di fede.
RIFLESSIONE
Se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo; se invece muore produce molto frutto.(Gv.12.24)
Tanto cara alla tradizione cristiana, la via della croce, la via crucis, ci ha trovato ancora una volta insieme, numerosi, questa sera a ricordo della morte di Gesù.
Stiamo celebrando un mistero, lo percepiamo, il mistero della morte e della vita…
Scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani è la croce di Gesù, scrive l'apostolo Paolo, vera follia agli occhi solo naturali degli uomini che non possono davvero trovare alcunché di razionale in tale avvenimento.
Se c'è un Dio che salva, non può certo salvare in quel modo, se c'è un Dio che salva deve intervenire con la sua forza e la sua potenza, se c'è un Dio che salva, deve annientare, e in maniera definitiva, tutti i suoi avversari e nemici, il male.
E così ancora una volta si cade nell'errore di chiedere a Dio di comportarsi come a noi sembra si debba comportare un Dio!
Ed è così tanta l'arroganza degli uomini che un Dio che non si comporta come a noi sembra, viene rifiutato, come fu rifiutato da quei tali che chiedevano a Gesù di scendere dalla croce e di manifestare così la sua potenza grazie alle schiere degli angeli.
E invece, e invece noi oggi, abbiamo ricordato questo Dio, il Dio di Gesù Cristo che muore sulla croce. Che muore sulla croce per noi…
Se il chicco di grano […] muore produce molto frutto.(Gv.12.24)
Gesù è morto. È il dolore e il dramma della storia del mondo come concentrati in un solo avvenimento che tutto raccoglie: il Dio che si fa uomo abbassandosi alla condizione umana più tragica, quella di una morte brutale e da innocente.
Così noi oggi facciamo memoria dei drammi delle guerre, degli atti terroristici, delle ingiustizie.
Facciamo memoria delle tante e troppe disuguaglianze.
Facciamo memoria della fatica di vivere insieme, delle difficoltà nelle famiglie, alcune tanto provate, incapaci di ritrovare l'amore di un tempo.
Facciamo memoria anche del piccolo o grande male accaduto per causa nostra o subito a causa di altri.
Tutte queste cose, e quante altre, sono riassunte nel Gesù che muore in croce.
E dietro quella croce abbiamo camminato insieme questa sera, consapevoli che il Calvario bisogna percorrerlo tutto, che la fede in Cristo risorto deve, cioè, prima passare per questa strada, come fu per Maria, per i discepoli, per i cristiani dei primi secoli e di tutti i secoli, chiamati a testimoniare anch'essi la fede a prezzo della morte.
E la via della croce ora si conclude aprendosi già agli immensi orizzonti di resurrezione che celebreremo nella Pasqua, la celebrazione per noi più importante, la celebrazione della vita.
Tornando a casa, questa sera porteremo con noi sentimenti controversi, certamente.
C'è il dramma della croce, ma c'è già l'orizzonte della resurrezione, c'è il tempo di Quaresima, c'è il tempo di Pasqua.
C'è la morte e c'è la vita, c'è il passaggio doloroso e temuto e c'è la speranza luminosa all'orizzonte.
Le lacrime di Maria, le nostre lacrime, sono gocce di speranza… sono piccole luci nel buio del dolore… come le piccole luci che ci hanno accompagnato lungo il percorso.
Tutto il nostro sguardo credente è per ora fisso sulla croce e sul sepolcro.
Se il chicco di grano […] muore produce molto frutto.(Gv.12.24)
Gesù, il più piccolo dei semi gettati nella nostra storia, ha prodotto un grande frutto. Siamo noi, che siamo il corpo del Cristo Risorto, siamo l’inizio del mondo nuovo, siamo il seme che il Signore ha voluto gettare nel campo del mondo proprio oggi, proprio ora.
Non dobbiamo avere paura!
A Pasqua quella tomba vuota sarà il segno del grande annuncio e finalmente tutta la terra gioirà. E’ la vita a trionfare! Signore Gesù, accoglici accanto a te nel sepolcro, affinché una pur minima scintilla della potenza e dell’energia di Dio che svuoterà le bende che ti avvolgono, e getterà a terra il sudario, investa anche noi, per corroborare la nostra fede nella tua e nostra risurrezione.