Si è concluso, mercoledì 26 marzo, il ciclo della “Lectio Divina” che si è tenuto in Oratorio Coassini in questo tempo di Quaresima. Quello della “Lectio Divina” è un appuntamento che si è consolidato negli anni e che la Parrocchia offre, nei tempi forti di Avvento e Quaresima, alle persone che desiderano avere un incontro più serio e costante con la Parola. E’ un’opportunità che permette di rinverdire i valori della Fede e approfondire i contenuti della Parola, che è sempre una Buona Notizia per l’uomo, ma che spesso non è facile, da soli, coglierla nella sua ricchezza e sapienza. Allora essere presi per mano, e guidati nei simbolismi, che si fanno concretezza di vita di quello che il Signore ci vuol dire, diventa utile, se non necessario, e la Parola si fa efficace, interpella la vita e l’agire di ognuno e ciascuno è chiamato a situarsi, cioè a cercare di capire come si pone, concretamente, di fronte alle situazioni che la Parola offre alla riflessione. Inoltre, il ritrovarsi insieme, crea quella Koinonia, quella comunione, cioè, fra le persone che dà risultati impensati: apre alla conoscenza reciproca, aiuta a vincere la difficoltà di esprimersi, permette di cogliere una fratellanza che dà la forza di mettere le proprie esperienze umane personali, in condivisione con gli altri. In questo contesto, allora, l’esegesi e l’attualizzazione della Parola diventano importantissime: fanno scaturire domande, inducono alla riflessione, attivano lo stupore di nuove scoperte, accendono il desiderio di “saperne di più”. Nell’ultimo incontro, P. Aurelio, cappuccino della Fraternità di Gorizia, ha approfondito il Vangelo detto del “Cieco nato” con un’esegesi chiara, ricca di spunti, quasi puntigliosa, ma anche con richiami alla personale esperienza e motivi di meditazioni da conservare nel cuore in questo ormai breve tempo che ci separa dalla Pasqua. Un grazie di cuore a P.Aurelio, ma anche agli altri relatori, don Moris Tonso vice parroco di Cervignano e don Carlo Bolcina, parroco di Sant’Andrea, che hanno messo a disposizione dei partecipanti agli incontri, sempre oltre una ventina, il loro tempo, le loro conoscenze, la loro umanità. Vorremmo sapessero che, pur servi inutili, non hanno lavorato invano nella vigna del Signore perché, come il Buon Vignaiuolo, non hanno perso l’occasione per prendersi cura della sua vigna, vangandola, arricchendola di fertilizzanti, curandola con quell’Amore che viene da Lui, ma che necessita di essere veicolato da altri. Grazie! Sta scritto: “Il Signore ama chi dona con gioia!”. E noi abbiamo “colto” la vostra gioia in quello che ci avete, generosamente, donato.