La famiglia, il suo impegno nell’educazione delle nuove generazioni, l’essere sale secondo l’immagine evangelica, sono stati il leitmotiv dell’omelia pronunciata dal parroco nella liturgia eucaristica che ha caratterizzato la festa della famiglia.
Accompagnata da canti appropriati eseguiti con maestria dal coro parrocchiale, la Messa, dopo la professione di fede ha visto da parte di tutte le coppie presenti, la recita corale di una preghiera di affidamento al Signore.
Don Maurizio, citando l’Evangelium Gaudium, ha sottolineato come bisogna nuovamente convertirsi alla gioia, ma, si è chiesto il celebrante, com’è possibile quando in questo nostro tempo tutto è all'insegna del provvisorio, anzi della precarietà, il lavoro, il domani, la stessa vita sociale…E richiamando il “vangelo mancato” della domenica precedente, la pagina delle beatitudini, ha rimarcato, citando papa Francesco, come “la vera gioia non viene dall'avere”, ma dall’entrare nella logica di quella magna carta del cristianesimo e della nostra fede…che sono appunto le beatitudini.
Il parroco si è poi soffermato sul significato del sale citato nella pagina evangelica, su quegli aspetti che devono esser fatti propri, la Parola di Dio capace di salare la vita dei discepoli e quindi di renderli significativi, il preservarsi dalla corruzione, che è una delle prerogative del sale, cioé preservarsi dalle offerte del mondo che di fatto deteriorano i valori del vangelo, e qui il celebrante ha sottolineato la deriva dell’Europa e dell’Italia anche nell’approvazione della recente legge sulla teoria del Gender, per la quale gli insegnanti saranno obbligati a seguire corsi di formazione e aggiornamento per migliorare, tra le altre, anche le competenze relative «all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi fin qui seguiti.
In tutto questo la famiglia deve ridiventare protagonista e attore nel campo educativo, questo, ha concluso, vogliamo oggi chiedere al Signore. Ma per far questo dobbiamo andare nuovamente a Gesù, alla sua umanità, lasciarci amare, lasciarci abbracciare da Lui, come ci insegnao Francesco d’Assisi e Antonio di Padova.
Alla fine della celebrazione, dopo la foto di rito, tutti si sono portati nell’Oratorio parrocchiale dove gli scout hanno servito un lauto pranzo e tutti si sono divertiti con la tradizionale tombola che davvero misteriosamente ha premiato soprattutto i diaconi presenti.