Anche dentro il lavoro di una caritas parrocchiale c’è sempre qualcosa, a volte molto in verità, che si deve scartare e questo perché alcune persone la vedono anche come un modo facile per liberarsi di cose che non servono più e che di fatto sono spesso inservibili. Così è stato pensato e realizzato il presepe, con quello spirito di semplicità che contraddistingue gli operatori caritas, il principio di utilizzare e rivalutare anche le cose più comuni della nostra quotidianità, ma anche per dare un segno concreto della presenza di Dio-Amore in tutto quello che solo le azioni della Caritas ancora di più in un periodo così importante come quello del Natale. La scelta di utilizzare gli scatoloni con gli indumenti donati dai nostri parrocchiani e non solo, per costruire la capanna del presepe, è legata all’immagine della carità/ amore che si fa accoglienza, nel Vangelo c’è scritto che Giuseppe e Maria non trovarono posto in città per loro, ecco in questo presepe l’amore e la carità si fanno casa per loro e per la nascita di Gesù. Pensando poi a Gesù che ha scelto gli “scartati dalla vita”, poveri, scomunicati, peccatori, malati ecco il presepe povero. Nel periodo natalizio chi ha varcato la soglia della Caritas parrocchiale, l’avrà certamente visto, forse sarà stato portato anche a fare una piccola riflessione. Il suo stato di vita, la sua precarietà, tanto da essere diventato utente di questa struttura d’aiuto, è stato fatto proprio già dal Signore e così comunque riscattato ad una dignità. Gesù di Nazareth infatti si è abbassato, non solo “scendendo” sulla terra dal seno del Padre, ma poi anche nelle acque del Giordano come un peccatore e infine nell’ultima Cena sui piedi degli apostoli, là dove poggia il peso e la statura di ognuno. E proprio questi membri più bassi del corpo umano che erano un tempo curati, erano la calzatura, il mezzo per portare la gente di qua e di là, viaggi, pellegrinaggi, spostamenti avvenivano a piedi che Gesù offre ma anche riceve la tenerezza del Padre. Ecco un po’ anche questo presepe povero fa tenerezza, pensando a un Dio che ha voluto ripartire dai poveri ma anche dalla povertà.
i volontari caritas