Il Duomo di Gradisca ha faticato a contenere i tanti cittadini accorsi per l'ultimo commiato a Romano Travan, già sindaco della cittadina isontina dal 1985 al 1990 e figura di riferimento nell'universo politico, sociale e dell'associazionismo cittadino per quasi mezzo secolo. Travan si è spento improvvisamente, seppure serenamente, all'età di 83 anni. Tanti, tantissimi i compagni di partito dell'allora Dc che non hanno voluto far mancare la propria vicinanza ai figli Marco, Diego, Guido ed Elena. Questi ultimi, al termine del rito religioso, hanno tratteggiato in un commovente discorso la figura umana di Travan, persona che ha fatto della coerenza, del garbo e dell'aderenza ai valori della famiglia (fortissimo il legame con la moglie Renata, scomparsa qualche anno prima) uno stile inconfondibile. Le esequie dell'ex primo cittadino, salutato anche dai gonfaloni del Comune - accompagnato dal sindaco Tommasini e dal suo vice Bressan - delle Acli (di cui è stato presidente) e della Ar Torriana che aveva contribuito a fondare nel 1954, sono state concelebrate dal parroco della Fortezza don Maurizio Qualizza con gli ex parroci don Igino Pasquali e don Fausto Furlanut, dal parroco di Sagrado don Giovanni Sponton, dal direttore della Caritas diocesana don Paolo Zuttion e da don Nino Comar, già economo della Diocesi. "Romano - ha affermato nella sua omelia don Qualizza - ci lascia il suo impegno per un’Italia libera negli anni bollenti del dopoguerra e l'esempio della sua dedizione vita sociale e politica della sua città. Al realismo che deve necessariamente avere un amministratore abbinava nel cuore una fede profonda. Già Paolo VI - ha concluso - insegnava che la politica è una forma esigente di amore, è la forma più alta di carità, quell'impegno atto a realizzare non solo la civiltà degli uomini, ma la civiltà dell'amore di Dio". L'amico di sempre Renzo Pagotto, che della Dc era stato segretario sezionale, ha assicurato che la memoria di Travan sarà onorata in una futura manifestazione pubblica.
La Fortezza piange uno dei suoi uomini politici di maggiore statura. Romano Travan era stato primo cittadino dal 1985 al 1990. La notizia della sua dipartita ha da subito suscitato sentimenti di viva commozione, cordoglio ma anche tanta riconoscenza nei confronti di uno degli ultimi personaggi di spicco della Prima Repubblica, qui intesa nella sua accezione più positiva. Romano Travan ha fatto dell'attivismo politico e dell'impegno sociale la ragione della propria vita. Una vocazione fortissima, scaturita nel suo animo generoso già nel primo dopoguerra e durante i primi passi dell'Italia democratica quando - appena 18enne - incollava i manifesti della Democrazia Cristiana con un bagaglio di sogni e di ideali. Laboratorio e fucina di quelle idee erano la parrocchia e il ricreatorio Coassini, dove Travan forgia la propria personalità: sarà fra i fondatori dell'associazione ricreativa Torriana nel '54 e socio delle Acli sino a diventarne presidente negli anni '60. Contemporaneamente si ritaglia un ruolo sempre più importante in seno alla Dc: ne diventa segretario di sezione, e a cavallo delle amministrazioni guidate dai sindaci Giulio Portelli e Luigi Marizza viene eletto consigliere comunale e ricopre il ruolo di assessore con delega ai Lavori pubblici. Dipendente regionale in seno all'assessorato ai Lavori Pubblici, Travan è stato anche consigliere provinciale nei primissimi anni '70 nonchè membro del cda dell'allora Iacp. Ha inoltre presieduto Interna Group, azienda leader nel settore dell'arredamento chiavi in mano fondata nell'89 dal figlio Diego e la moglie Derna. Come professionista ha seguito da vicino la ristrutturazione del Duomo e del ricreatorio. Dopo un'esperienza sui banchi dell'opposizione (la città è guidata dal Pci con il sindaco Ado Trevisan) nel 1985 Romano Travan viene candidato ed eletto sindaco di Gradisca d'Isonzo.
E'tuttora ricordato per le sue doti di mediazione e dialogo, per la solidità e coerenza dei suoi ideali, per l'amore viscerale nei confronti della sua città, per la sua fede incrollabile. Che difese a spada tratta anche in un memorabile discorso ai tempi dell'inaugurazione della nuova sede Dc in via Dante Alighieri. Presente l'allore presidente della Regione Adriano Biasutti, anch'esso di fede scudocrociata, Travan non ebbe remore nel rimproverare i politici dell'epoca per la scarsa attenzione nei confronti di Gradisca. "Scompare l'ultimo grande personaggio di una generazione unica - il commosso ricordo dell'amico di sempre, l'ex segretario Dc Renzo Pagotto -. Di Romano ci restano la coerenza, l'amore per la cosa pubblica e l'intuito politico. Dopo l'esperienza da sindaco gli venne offerta la ricandidatura, ma volle farsi da parte in nome del rinnovamento (gli successe Ferruccio Colombi). Una scelta oggi impensabile. Ultimamente soffriva per la lontananza della politica dalla gente". Alcuni anni fa un gravissimo incidente rischio' di costargli la completa paralisi, ma - tenace- riuscì a riprendersi completamente. Nel 2008 ha perso l'amata moglie Renata Del Fabbro, nota insegnante. Lascia nel dolore i figli Diego, Guido, Marco ed Elena e numerosi nipoti.
Luigi Murciano