In un antico manoscritto del XIII secolo presente nella Biblioteca Antoniana (ms. 142, c. 182v) viene riportata una preghiera attribuita a Sant’Antonio, e che il Santo era solito recitare prima di iniziare a predicare. In essa ad un certo punto frate Antonio prega così: “Fá, Signore, che la mia lingua scocchi come freccia per proclamare le tue meraviglie”.
Con la preghiera: “Fá, Signore, che la mia lingua scocchi come freccia per proclamare le tue meraviglie”, Sant’Antonio chiede a Dio di poter utilizzare la propria lingua per poter lanciare “parole d’amore” che proclamino le meraviglie del Signore”. Solo a queste condizioni il peccatore si converte e progredisce sulla via della santità.
La ricorrenza storica del 750° anniversario della traslazione del Corpo di Sant’Antonio e del ritrovamento della sua Lingua incorrotta – ritrovamento avvenuto, l’8 aprile del 1263, presente l’allora Ministro generale dell’Ordine, san Bonaventura da Bagnoregio, è stata festeggiata con particolare solennità e concorso di fedeli anche dalla nostra parrocchia. In particolare la santa Messa solenne del mattino presieduta dal segretario dell’arcivescovo don Bruno Mollicone, assistito da due diaconi è stata accompagnata dai canti antoniani del coro giovanile di Primulacco.
Al termine della celebrazione una folla si è fatta avanti per baciare la Reliquia del Santo, dono della Basilica di Padova, e ricevere il pane benedetto, uno dei simboli della carità di San Antonio. Così come si sono esauriti i “gigli di Antonio” un dolce realizzato come nel Duecento dai carcerati del Due Palazzi di Padova, come segno di solidarietà con una delle categorie alle quali il Santo diede più attenzione.
Alla sera invece la Messa solenne vespertina è stata celebrata da Padre Esterino, Superiore del convento dei Cappuccini di Gorizia, anche questo rito si è concluso con la venerazione della Reliquia e la distribuzione del pane benedetto di San Antonio.