OMELIA
Oggi la liturgia celebra umanamente parlando il fallimento di Dio, lo abbiamo tutti ascoltato, passo dopo passo, tutti lo abbandonano, lo tradiscono, lo rinnegano, se ne lavano le mani, e alla fine, lo mettono in croce!
Così descrive questo amaro stupore uno scritto che ho trovato cercando nella cartella dei venerdì santi……..“Ieri sera, fuori dal cenacolo di Gerusalemme, ho incrociato il volto di Pietro, sconvolto per quel tuo testamento, per quel catino di acqua sporca che divenne la loro reliquia, per quel pane che non era più pane. Era nervoso perché tutti gli chiedevano: "Ma cos'è successo, Pietro". I suoi muscoli di pescatore tremavano, i suoi occhi erano lucidi, le sue mani pitturavano pugni nell'aria e sotto quella camicia sudicia di sudore il cuore stava per cedere. Pietro e te, Gesù: ti ricordi i sogni, l'entusiasmo, le parabole, le folle che ti rubavano il sonno. Ieri sera era tutto un correre, uno scappare, un cercare disperatamente sicurezza in qualche sguardo. Tutti questi personaggi che però sono uomini concreti non nascondono il tormento, la delusione, il tradimento, l'afflizione, lo palesano. Che fortuna averli incontrati nel Passio perché sono anche nostri tutti i loro dubbi….Forse a Gesù, salendo il calvario, dall’alto della croce, riaffiorarono alla mente tante parole, anche quel grido disperato dei suoi sulla barca in mezzo alla tempesta, “Maestro non ti importa che moriamo?” Nò è lui a morire, solo su una croce...Certo che gli importa, del nostro morire quotidiano, delle nostre sofferenze, della disgregazione delle famiglie, della disperazione di tanti per il lavoro che non c’è e per le fabbriche che falliscono e che chiudono, certo che gli importa……da quella notte di Betlemme alla notte improvvisa di quel meriggio del Venerdì Santo, perché annota l’evangelista Marco “…Venuto mezzogiorno, si fece buio,” si fece notte! “ su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio”. E’ l’oscurità del mistero della morte con i suoi interrogativi, solo nell’amore, nella vita donata, ci dice il venerdì santo, ci dice questa Croce che ci sta davanti, c’è la risposta…il bacio che le daremo sarà la nostra professione di fede nella dimensione salvifica della sua Croce.
Venerdì Santo: pensieri per la Liturgia della Croce
Questa sera la nostra Chiesa è segnata solo dalla croce, dalle croci…….Nel venerdì santo non abbiamo altro da mostrare se non di quanta violenza sia capace l’uomo, se non di quanto amore sia capace Iddio!
Stasera come questo pomeriggio a San Valeriano la liturgia, questo nostro ritrovarci ci invita a "volgere lo sguardo verso colui che hanno trafitto".
Il dramma di questo giorno è proprio qui: il Signore, che ha dato la sua vita per noi, non è da noi amato. «O popolo mio, che cosa ti ho fatto di male? cosa non ti ho fatto di bene?». Dicevano le preghiere di lamentazione dell’Azione liturgica del pomeriggio….
Proprio lui, gli facevano eco poco fa le parole di don Tonino Bello: proprio ” Lui che ha dato la vita. Lui che ha spasimato tanto per avere un brandello della nostra amicizia… Adesso si vede ripagato così……….
Il Signore ci venga incontro e ci stia vicino, ci dia coraggio quando ci sentiremo vilipesi, abbandonati, quando saremo oggetto del dileggio e del sorriso altrui. Questo per capire che la croce non è solo dramma, sofferenza, morte, ma anche premessa per una vita più vera!