Un mare. Di dolore, di tenerezza. Di gente. La chiesa gradiscana del Duomo di Gradisca ieri è sembrata piccola, troppo piccola, per contenere quanti hanno voluto dare l'ultimo saluto a Federico Bassanese, ma anche nell'arginare la corrente di pensieri e sentimenti causati da un distacco tanto atroce. Quello da un ragazzo di appena 23 anni, nel pieno delle sue forze e dei suoi sogni. Tutto finito nelle acque dell'arcipelago del Quarnero, in Croazia, per cause che ancora non sono state rese note. I risultati dell'autopsia svolta al nosocomio di Fiume non sono ancora comunicati ai familiari. Continua a prevalere comunque l'ipotesi di un malore, di un annegamento per embolia polmonare. Nelle acque di Lussingrande il giovane si era immerso senza bombole. Lo ha rivelato la fidanzatina, Marta: “Lui era un apneista. Me lo ripeteva in continuazione: il sub si immerge per guardare; l'apneista lo fa per guardarsi dentro”. Ai piedi della bara in legno chiaro, le pinne di Federico. A fianco, a coccolarsi con gli occhi una foto che lo ritrae sorridente, i familiari. La colonna sembra quasi essere la sorella minore, Giorgia, bionda come il fratello, vestita di bianco, come un angelo che per tutta la celebrazione dispensa abbracci e tenerezze a mamma Manuela e papà Sandro. In chiesa, gli occhi lucidi, tanti ex compagni di facoltà a Trieste, dove Federico studiava Economia, ed ex compagni del Liceo Scientifico Duca degli Abruzzi. Presente anche il sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig. Un messaggio di cordoglio arriva anche dall'arcivescovo di Gorizia, mons. Carlo Redaelli: “È probabile – così il vescovo - che in queste ore i medici riescano a comprendere cosa può essere accaduto a Federico in quel bel mare che egli tanto amava. Sappiamo, però, che ogni spiegazione, per quanto ragionevole, difficilmente aiuterà quanti gli hanno voluto bene a farsi una ragione di quanto è successo. Ti chiedo di portare con discrezione e tenerezza l’abbraccio mio e dell’intera comunità diocesana alla famiglia di questo nostro ragazzo per il quale le porte del Cielo si sono aperte davvero troppo presto”. Don Maurizio Qualizza, che ha concelebrato le esequie assieme a don Michele Centomo e don Fausto Furlanut, nella sua omelia conforta i presenti, anch'egli con voce rotta dall'emozione: “Il nostro cuore è turbato, come lo è sempre davanti al mistero della morte, ma in modo particolare davanti alla morte di una persona cosi' giovane. Si fa una fatica immane per imparare a vivere: bisogna imparare a leggere, a scrivere, a camminare, a parlare con gli altri, a nuotare, a subire i nostri insuccessi. Poi basta un attimo per portare via tutto e tutto diventi nulla. Ma non possiamo arrenderci, in forza di quella fede che ci è stata testimoniata dall' amore di Federico per la vita e il creato. Cristo – ha proseguito - ci ama ed è andato a prepararci un posto. Ci prenderà con sé in un abbraccio eterno. Quell’abbraccio che noi amiamo pensare Federico ha ricevuto dal Signore Gesù, quasi un nuovo Battesimo, nelle acque amate del Quarnero. Hai lasciato il tuo segno, in questa vita, una scia luminosa. Oggi ci fai dono della tua luce. Da adesso ne siamo tutti custodi”.
l.m.
“Mi avevi detto che tornavi presto....Non eri solo un fratello, ma il mio migliore amico. Avrei tante cose da dirti.. ma non serve che te le dica tutte ora, perche' tanto sarai sempre con me. Per te oggi ho rimesso l'abito della cresima. Ti voglio bene fratellone, scusa se te l'ho detto troppo poco”. Con queste parole Giorgia, la sorella, ha voluto salutare Federico, piu' volte sopraffatta dal dolore ma ferma e coraggiosa nel proseguire la lettura. Da parte di Marta, la fidanzata, viene data lettura dell'ultima lettera scritta al suo ragazzo. Poi è lei stessa a testimoniare il suo dolore, esprimendo anche con concetti forti i propri dubbi sulla fede. L'amico del cuore, Andrea, con cui Federico aveva fondato il gruppo Scampanotadòrs che ieri hanno fatto rieccheggiare i bronzi del Duomo in onore di Federico, lo ricorda con tenerezza. “Ci eravamo confrontati più e più volte, passeggiando insieme per la nostra amata Gradisca, quando a parlare non era il chiasso del mondo, ma la voce del cuore. Poche settimane fa mi scrivevi: “che bello sentire le campane del duomo e dell’addolorata mentre si studia… bei ricordi!” Chi suona le campane ha il cielo piu’ vicino. E tu, caro federico, del cielo sei stato molto più di un regalo. Mentre guardavi dal Rilke la baia di Sistiana, tuo rifugio estivo, e osservavi lontano l’orizzonte, allora i tuoi occhi, azzurri come il cielo, brillavano e si accendevano. Quell’orizzonte interpretava bene quel desiderio di assoluto e di trascendenza che ti animava. Stare con te non era mai scontato. Il mare era la tua più grande passione. riassumevi bene, nella tua personalita’ l’asprezza del vento nei momenti solitari o pensierosi, il sorriso del sole carico di umanità per chi ti stava accanto, la dolcezza delle onde per chi ti voleva bene. Ti piaceva sognare, e i sogni condivisi insieme sono i più belli. Tu li hai saputi sempre custodire con una maturità che i tuoi anni non dimostravano. Caro Federico, i tuoi sogni sono oggi tra le braccia amorose di Dio..”
l.m.
Siamo senza parole, Federico con Andrea, Amedeo e Matteo è stato tra i primi ragazzi, con una passione forte a far rivivere dopo decenni la tradizione degli scampanotadôrs a Gradisca d’Isonzo.
Un ragazzo con tante belle qualità e sempre con il sorriso, solare nel cuore e all'esterno.
Oggi venerdì 29 agosto nel primo pomeriggio, accompagnato dai suoi cari e dal parroco, arriverà in Duomo.
Alle ore 18.00 ci sarà la celebrazione della Santa Messa e alle ore 21.00 la Veglia di preghiera.
I funerali si svolgeranno sempre in Duomo, domani sabato 30 agosto alle ore 11.
Grazie Federico per la tua voglia di vivere, per il tuo saper comunicare sempre serenità, per la tua umanità e maturità che conquista.
Ciò che é successo rimane per noi incomprensibile, ma vicino a te laggiù nel Mare di Lussino c'era anche il Signore che ti ha abbracciato forte. Ora veglia sui tuoi cari.