Una folla delle grandi occasioni ha riempito letteralmente il duomo di Gradisca, capace di trecento posti a sedere, non per una celebrazione, ma per la presentazione del libro “La chiesa di San Salvatore della contea di Gradisca nei secoli XVII e XVIII : storia e arte ", di Giuliana Lorenzon Radolli. L’evento è stato organizzato dall’Associazione socio-culturale Panta Rhei, con il Patrocinio della Provincia di Gorizia, del Comune di Gradisca e dell’Unità Pastorale del Santissimo Salvatore. A creare un clima di vero e proprio raccoglimento e attesa, ci ha pensato la bravura di Fabrizio Battista, con alcune arie tratte dalla sua chitarra classica.
Alla relazione invece, dopo l’affettivo e apprezzato intervento di Renato Radolli, sono intervenute la dottoressa Maria Masau Dan e la dottoressa Maddalena Malni Pascoletti.
Tutti gli interventi hanno sottolineato come dall’invito lasciato circa un anno e mezzo fa dal parroco don Maurizio Qualizza, nel corso di una commemorazione della professoressa scomparsa, sia scattato un movimento irrefrenabile che ha portato al prezioso risultato, quello è stato detto di scoprire chi sia stata veramente l’autrice e la passione che portava per l’arte e in particolare per il Duomo gradiscano oggetto del suo certosino lavoro. Nello stesso tempo è stato fatto notare come il Duomo della Principesca Contea, sia davvero uno scrigno d’arte che nei secoli si è andato via via riempiendo e da salvaguardare con attenzione e cura, come si sta facendo.
Durante gli interventi della serata è emersa però anche tutta l’umanità e i valori di Giuliana tanto che l’hanno davvero fatta sentire presente all’evento.
Il libro è disponibile in queste domeniche nelle chiese della città dopo le Sante Messe e in modo permanente presso l’ufficio parrocchiale del Duomo.