TRIDUO
Giovedì 12 febbraio
17.30 in Duomo: Vespero, canto del Si Quaeris Miracula e S. Messa
Venerdì 13 febbraio
17.30 in Duomo: Vespero, canto del Si Quaeris Miracula e S. Messa
Sabato 14 febbraio
15.00-17.00 in Duomo: Confessioni
17.30 in Duomo Vespero, canto del Si Quaeris Miracula, S. Messa e benedizione del pane
Domenica 15 febbraio
8.30 in Duomo: S. Messa e bacio della Reliquia
11.15 in Duomo: S. Messa solenne cantata dal coro Sant’Adalberto di Cormons, consegna del Vangelo ai cresimandi
16.00 in Oratorio Coassini: Incontro della Fraternità francescana e devoti di San Antonio
18.00 in Duomo: S. Messa solenne.
A tutte le Messe verrà distribuito il pane benedetto e ci sarà il bacio/venerazione della Reliquia del Santo
Sarà celebrata con solennità in Duomo, domenica 15 febbraio, e preceduta da un triduo di preparazione la festa della traslazione delle reliquie del Santo, popolarmente detta Festa della Lingua.
Questo nome lo si deve a un avvenimento accaduto nel 1263, a trentadue anni dalla morte di sant’Antonio, quando i frati decisero di trasferire i suoi resti mortali nella nuova basilica costruita accanto alla chiesetta in cui era stato inizialmente sepolto. Nell’aprire la cassa di ruvido legno che conteneva le spoglie, il ministro generale dei francescani, Bonaventura da Bagnoregio (dichiarato santo da papa Sisto IV), si accorse con stupore che la lingua di Antonio era ancora intatta, senza i segni di decomposizione che avevano consumato il resto del corpo. Mostrando la preziosa reliquia ai fedeli, san Bonaventura esclamò: «O lingua benedetta, che hai sempre benedetto il Signore e lo hai fatto benedire dagli altri, ora appare a tutti quanto grande è stato il tuo valore presso Dio». La lingua, assieme al “Mento” e al “Dito” di sant’Antonio, conservati a Padova nella omonima basilica, rappresentano i simboli classici della della predicazione del Taumaturgo, che hanno fortemente connotato la sua attività apostolica e la sua vicenda terrena. Oggi, come una volta, non pochi mettono in dubbio l’autenticità cristiana del culto delle reliquie e rigettano questa forma popolare e cattolica di pregare ed esprimere devozione. A questi obiettori aveva già risposto la Chiesa, madre nel tutelare l’integrità della Fede, già nel 1215, col concilio Lateranense IV.
GRUPPO CORALE SANT'ADALBERTO di CORMONS
Sarà la corale Sant'Adalberto di Cormòns a cantare la Messa solenne per la festività "della Lingua" di Sant'Antonio di Padova, domenica 15 febbraio alle ore 11.15 in Duomo.
Il "Gruppo Corale Sant'Adalberto", porta il nome del Santo Patrono della città di Cormòns.
Esso è stato istituito da un gruppo di volenterosi coristi cormonesi nell'anno 1980 nell'intento di ripristinare una dismessa tradizione cormonese della voce sacra e popolare da sempre coltivata nella città di Cormòns.
Il complesso dei cantori allora veniva chiamato "Coro da Glesie": Coro della Chiesa.
Nel 1985 il complesso corale si è costituito legalmente in Associazione potenziandosi sia numericamente che tecnicamente, esibendosi nelle varie manifestazioni religiose, sia in Parrocchia che in diverse località della Regione. Un valido contributo alla formazione della corale lo hanno dato l'allora parroco mons. Giuseppe Trevisan. Alla dirigenza artistica-didattica si sono succeduti: la maestra Chiara Benetti, il maestro Renzo Marega, Alberto Galiussi ed ora l'encomiabile ed indiscussa maestra Betty Moretti che con passione e competenza guida l'attività della corale. Attualmente il coro è composto da una trentina di coristi legati, oltre che dalla passione per la musica, anche da amicizia. Grazie al loro impegno la corale di sant'Adalberto è una bella e preziosa realtà che arricchisce il patrimonio della realtà Cormonese. Bella cosa è che in tutti c’è la convinzione che far parte di un Coro parrocchiale è innanzitutto fare un servizio gratuito alla Comunità: cantare la fede cristiana. Il canto, non finalizzato a se stesso, può aprire alla Fede.