Nel Vangelo di Marco, quella che incontriamo oggi, è la prima predica di Gesù, l'annunzio del suo Vangelo. A differenza delle nostre é brevissima, ma offre una sintesi felicissima dei temi fondamentali di tutta la sua predicazione: il compimento del tempo, il regno di Dio, la conversione, la fede al vangelo. Poi vi è la chiamata dei primi discepoli …
Vangelo è il termine greco che significa lieta notizia, e una bella notizia evidentemente porta gioia. Il regno di Dio è l’espressione riassuntiva di tutta la gioia. In Gesù questo regno è arrivato: la gioia è qui a portata di mano. Le letture di questa domenica ci svelano il motivo di questa gioia. Già Ezechiele ci informa che Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva (Ez. 18,23).
E’ lo svelarsi di un Dio che ragiona in modo diverso dagli uomini e non è secondo i loro schemi. Se rispondi a questa chiamata alla "conversione" ti salvi, incontri la pienezza di vita e la gioia, se però rifiuti questo appello di Dio rischi fortemente di smarrirti. Giona rivolge l’appello di Dio a Ninive, una città della miscredenza, del rifiuto di Dio e dell’indifferenza religiosa, emblema di ostilità. Quanto assomiglia a questo nostro mondo, che "sposa" scelte etiche non conformi al progetto di Dio sull’umanità, che vede solo nella guerra la soluzione di tutto … che in modo sfrenato svilisce i poveri accumulando ricchezza nelle mani di pochi … eppure Dio ama l’Umanità e chiama alcuni (gli apostoli, i discepoli, ma anche noi!) a farci portavoce di questa grazia, di questo amore, di questa nuova possibilità di vita.
Anche se di questo suo "Regno" non comprendiamo tutto, ma chiediamoci, forse lo compresero Andrea e Simone? quasi sicuramente no, ma quel personaggio, visto poco tempo prima sulle rive del Giordano, e che il Battista aveva indicato come " l'Agnello di Dio", ebbe subito presa su di loro, infatti, come recita il testo:"subito, lasciate le reti, lo seguirono." Ecco la cosa più importante, "seguire il Signore"! Ci dia il Signore la grazia di fidarci di Lui e di rispondere con un "sì" a quella chiamata che ogni giorno ci fa nelle pieghe più nascoste e feriali della nostra storia quotidiana.
don Maurizio